mercoledì 11 marzo 2020

QUALCUNO CON CUI CORRERE di David Grossman, il libro del cuore


Recensione di QUALCUNO CON CUI CORRERE di D. Grossman




Il libro del cuore

Ogni libro che leggiamo ci lascia qualcosa dentro, un segno, grande o piccolo che sia.
Ci arricchisce di una nuova esperienza, una nuova consapevolezza, un nuovo modo di pensare.
Ma ce ne sono alcuni che sono dei veri e propri pugni nello stomaco, per quanto colpiscono, capaci di sconvolgerti fino a star male, tanto da lasciare un marchio a fuoco nell’anima.
Nella mia esperienza di lettrice, almeno finora, ho incontrato due libri di quest’ultimo genere: INCUBO di Wulf Dorn e QUALCUNO CON CUI CORRERE di David Grossman ed è del secondo che voglio parlare.
Il rapporto con questo libro è stato, all’inizio, molto complicato.
Lo lessi per la prima volta cinque anni fa, in un’edizione economica le cui pagine facevano concorrenza al Rocci e la cui quarta di copertina sembrava abbozzata da uno scribacchino alle prime armi.
Ciononostante, sentivo una profonda attrazione verso quel libro e cosi lo acquistai.
Superare il primo centinaio di pagine fu una fatica di Sisifo, ma la mia perseveranza ebbe la meglio e andai avanti.
A poco a poco, i personaggi si delinearono in un disegno preciso e rimasi di stucco nel capire quanto i due protagonisti  mi assomigliassero.
Arrivata al cuore della storia, incassai il colpo di grazia. Sensazione, questa, che ebbi per vari giorni dopo il termine della lettura, con disturbi di stomaco e inappetenza.
Per darvi sfogo, scrissi subito la recensione e, per rendere meglio l’idea, l’intitolai “attenti, morde!”
Poi la copia finì nei meandri più profondi della scaffalatura e da allora non l’ho più toccata.
Il suo potere attrattivo è tornato a trovarmi negli ultimi mesi del 2019, in quella stessa libreria dove acquistai l’edizione economica, allorché la rividi in una splendida edizione illustrata.
Me ne innamorai perdutamente e me la feci regalare per Natale.
Inutile dire che, tolta la carta da regalo, mi ci fiondai immediatamente, sentendo in cuor mio che l’edizione illustrata e la seconda lettura mi avrebbero aiutata a capire meglio la storia e i suoi significati.
E così è stato.
Il primo centinaio di pagine non era più una fatica di Sisifo.
Ho imparato ad assaporare ogni parola dell’inizio dell’avventura di Assaf, un ragazzo timido e introverso proprio come me, e la cagna Dinka, che nella trama assume le vesti di un animale-spirito, l’anima che cammina accanto al corpo, prima uniti da una corda, poi con movimenti perfettamente coordinati, la mente (razionalità) che si lascia guidare dal cuore (istinto, sentimento) verso il suo destino, come dice il primo capitolo “io e la mia ombra ci siamo messi in cammino”.
Il destino è Tamar, la protagonista femminile, un personaggio che, sin dall’inizio, vediamo con un pesante zaino sulle spalle, simbolo del pesante fardello che la vita ha posto troppo presto sulle sue giovani spalle.
Con un coraggio misto a disperazione, si lancia in un buco nero, da cui le probabilità di uscire sono pressoché  nulle, per salvare il fratello, artista incompreso e dipendente dalla droga.
Prima, però, si rasa i capelli a zero, a significare la rinuncia a ogni sicurezza e difesa, nonché  il rivestirsi di anonimato per ritrovare il suo io più profondo, quello che le sovrastrutture familiari e sociali comprimono fino a schiacciarlo.
I due ragazzi si incontreranno, ma questo non è che un altro inizio.
La rilettura di questo libro è stata proficua e illuminante.
Mi sono resa conto di non aver capito tante cose della storia e dei temi trattati, in particolare la piaga della tossicodipendenza, il mondo spietato e indifferente che ci circonda, i pregiudizi che si frappongono tra noi e i nostri sogni.
Se in LA PICCOLA BIBLIOTECA CON LE ALI di David Whitehouse ho trovato il mio romanzo-luce, in QUALCUNO CON CUI CORRERE ho trovato il mio libro del cuore, quello che ha parlato alla parte più profonda di me, come lettrice e come scrittrice.
Non lo lascerò mai più.



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