martedì 5 luglio 2016

Lettera a un bambino mai nato: un inno alla vita

Lettera a un bambino mai nato: un inno alla vita




Spesso si pensa che i libri di volume modesto siano leggeri anche nel contenuto.  La maggior parte delle volte non è così. I libri piccoli di spessore spesso sono micidiali. Colpiscono in profondità come una lama ben affilata. In essi l’autore somministra il suo miele a palate e senza diluirlo, come invece avviene con i romanzi lunghi. LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO di Oriana Fallaci è uno di questi. Un libro piccolissimo, che si finisce in giorno, ma con tali e tanti significati, una profondità così grande che esso, nonostante la sua ridotta quantità di pagine, pesa come se ci fosse tutto il mondo dentro.  La protagonista è una donna senza nome né volto che scopre improvvisamente di essere incinta e imbastisce un dialogo, che in realtà è più un monologo, con il bambino che porta in grembo. Un bambino che, come dice il titolo, non nascerà.  Intorno a lei si muove una girandola di personaggi, anche essi senza nome né volto, che più o meno direttamente intervengono nella vicenda: il medico ottuso, la dottoressa ottimista, il padre menefreghista, l’amica della protagonista eccetera. Nel monologo emergono molte tematiche ancora, purtroppo, attuali. In primis la dura vita delle donne indipendenti che, solo perché sono tali, si vedono negare dal pensare comune il diritto ad essere felici e ad avere una famiglia senza dover rinunciare al lavoro. Una specie di sanzione per aver osato ricordare al mondo maschile che il corpo femminile non è un incubatrice né un giocattolo e soprattutto che appartiene alla donna, non al suo compagno.  Questioni bioetiche come il chiedersi se sia giusto sacrificare ciò che è per qualcosa che ancora non è, l’aborto, l’utero in affitto. Ancora le leggi di un mondo spietato che non fa sconti a nessuno, perennemente in attesa di un domani migliore che non arriva mai. In tutto questo, però, c’è un lumicino di speranza. La vita. La vita che, come la ginestra di Leopardi, resiste nonostante le mille avversità che le passano sopra come la lava di un vulcano. La vita che resiste a tutto, la vita che non muore perché la sua essenza, l’amore, è più forte di tutto, anche della morte. Questo piccolo inno alla vita è uno di quei libri che, una volta letti, ti cambiano dentro per sempre. Uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. Lasciarsi invadere dalla sua prosa poetica e mettere in moto gli ingranaggi della mente con gli innumerevoli spunti di riflessione che offre.  Un libro che va dritto al cuore, lasciandogli un marchio indelebile. Da leggere più e più e volte. Uno di quei pilastri da cui partire per costruire un mondo migliore, dove le donne non vengano più considerate dei sub-umani o delle incubatrici e dove il poter dare la vita non sia più considerato un incidente ma il grande miracolo che è.  Medita, mondo! Soprattutto voi maschi!  


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