Recensione IL NIDO DELLA FOLLIA di Francesco Proia. Anfiteatro Editore.
Uno sguardo sul lato oscuro della mente umana
Il libro che mi accingo a recensire rappresenta un primo, e
sottolineo, primo, punto di arrivo di un percorso riflessivo iniziato qualche
anno fa ,circa un tema tanto affascinante quanto spaventoso : la follia umana.
Quella strana cosa che tutti, chi più chi meno, abbiamo e ci fa paura. Tanta
paura che si è sempre cercato di occultarla, comprimerla, relegarla dove non la
si possa né vedere né sentire, se non da chi deve professionalmente
occuparsene. Un atteggiamento che non biasimo. Dopotutto è umano temere l’invisibile. Ambientato a L’Aquila ,nel
1956, il romanzo racconta di un funzionario ministeriale che, insieme al suo
superiore, deve compiere un’ispezione nell’ospedale psichiatrico di
Collemaggio. Un ‘ispezione che lo porterà a scontrarsi con i più neri abissi
della pazzia umana e sui crudeli metodi con cui si pretende di curarla. Il
giovane protagonista, durante il suo soggiorno nel manicomio, ha modo di
apprendere molte cose sulla follia. In primis, come ho già detto, che essa fa
parte di noi, di tutti noi, non solo di chi soffre di patologie mentali. In
quanto facente parte dell’essere umano, non la si può curare, solo tenere a
bada, ma soprattutto che tante, troppe volte essa viene usata per etichettare e
condannare ciò che la società non approva, come l’omosessualità, e che dietro di lei si nasconde il terrore della
diversità. Questo toccante libro ribadisce, inoltre, quanto è labile il confine
tra sanità e pazzia e che a volte le due cose si mischiano e si confondono.
L’intreccio è coinvolgente, ma lo stile, piuttosto pesantuccio, lascia un
pochino a desiderare. Non è scorrevole e manca di coinvolgimento. A tratti
sembra solo abbozzato. Nonostante questi pochi difetti, si tratta di un buon
libro. Una lettura obbligata per chiunque voglia approfondire questa affascinante, inquietante
tematica.
Nessun commento:
Posta un commento