Lettera a un
bambino mai nato: un inno alla vita
Spesso si pensa che i libri di volume
modesto siano leggeri anche nel contenuto.
La maggior parte delle volte non è così. I libri piccoli di spessore
spesso sono micidiali. Colpiscono in profondità come una lama ben affilata. In
essi l’autore somministra il suo miele a palate e senza diluirlo, come invece
avviene con i romanzi lunghi. LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO di Oriana Fallaci è
uno di questi. Un libro piccolissimo, che si finisce in giorno, ma con tali e
tanti significati, una profondità così grande che esso, nonostante la sua
ridotta quantità di pagine, pesa come se ci fosse tutto il mondo dentro. La protagonista è una donna senza nome né
volto che scopre improvvisamente di essere incinta e imbastisce un dialogo, che
in realtà è più un monologo, con il bambino che porta in grembo. Un bambino che,
come dice il titolo, non nascerà. Intorno a lei si muove una girandola di
personaggi, anche essi senza nome né volto, che più o meno direttamente
intervengono nella vicenda: il medico ottuso, la dottoressa ottimista, il padre
menefreghista, l’amica della protagonista eccetera. Nel monologo emergono molte
tematiche ancora, purtroppo, attuali. In primis la dura vita delle donne
indipendenti che, solo perché sono tali, si vedono negare dal pensare comune il
diritto ad essere felici e ad avere una famiglia senza dover rinunciare al
lavoro. Una specie di sanzione per aver osato ricordare al mondo maschile che
il corpo femminile non è un incubatrice né un giocattolo e soprattutto che
appartiene alla donna, non al suo compagno. Questioni bioetiche come il chiedersi se sia
giusto sacrificare ciò che è per qualcosa che ancora non è, l’aborto, l’utero
in affitto. Ancora le leggi di un mondo spietato che non fa sconti a nessuno,
perennemente in attesa di un domani migliore che non arriva mai. In tutto
questo, però, c’è un lumicino di speranza. La vita. La vita che, come la
ginestra di Leopardi, resiste nonostante le mille avversità che le passano
sopra come la lava di un vulcano. La vita che resiste a tutto, la vita che non
muore perché la sua essenza, l’amore, è più forte di tutto, anche della morte. Questo
piccolo inno alla vita è uno di quei libri che, una volta letti, ti cambiano
dentro per sempre. Uno di quei libri che tutti dovrebbero leggere almeno una
volta nella vita. Lasciarsi invadere dalla sua prosa poetica e mettere in moto
gli ingranaggi della mente con gli innumerevoli spunti di riflessione che
offre. Un libro che va dritto al cuore,
lasciandogli un marchio indelebile. Da leggere più e più e volte. Uno di quei
pilastri da cui partire per costruire un mondo migliore, dove le donne non
vengano più considerate dei sub-umani o delle incubatrici e dove il poter dare
la vita non sia più considerato un incidente ma il grande miracolo che è. Medita, mondo! Soprattutto voi maschi!
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