L’Iliade del
novecento
Piccola
Iliade. È così che Oriana Fallaci, per bocca di uno dei personaggi, definisce
uno dei suoi massimi capolavori: Insciallah. Che poi tanto piccola non è, viste le sue ottocento pagine. Uscito a
parecchi anni di distanza dall'ultima fatica letteraria dell’autrice, questo
romanzo si svolge nell'arco di tre mesi e racconta del contingente italiano a
Beirut, al tempo dei sanguinosi eventi che
sconvolsero gli ultimi due decenni del secolo scorso. Si apre con l’orrenda
immagine dei cani randagi che invadono,
di notte, la città semidistrutta in cerca di carcasse da sbranare e con una duplice
strage e, così facendo, il lettore si trova subito scaraventato in un racconto
di guerra. Insomma, sin dall'incipit è avvertito di non aspettarsi niente di
buono dalla storia che sta per leggere.
Sulla scena compaiono in tutto una sessantina di personaggi, tra cui i più
importanti sono: il Professore, portavoce dell’autrice stessa, che per non
sentirsi solo scrive lettere ad una moglie che non ha. Charlie, comandante-chioccia dei suoi
sottoposti. Angelo ,il matematico alla ricerca della formula della Vita, il
quale cerca nei numeri la via per sfuggire al caos del mondo, un caos che lo
spaventa, dal quale si sente risucchiato e da cui la sua matematica non può
proteggerlo. Angelo è corteggiato da Ninette, una misteriosa ragazza libanese
che sembra non voglia altro che un po’ di leggerezza in mezzo a tanto orrore,
ma con una tragedia alle spalle. I
piccoli Maometto e Leida , Paspartout, metafore dell’infanzia uccisa o rovinata dalla guerra decisa dai grandi, e
molti altri. L’autrice ce li presenta uno
per uno, nell'intimo della loro psiche. Ce li fa conoscere così in profondità
che alla fine, anche se magari sono antipatici come Cavallo Pazzo, non puoi
fare a meno di amarli. Parte dalla loro sovrastruttura di soldati, figura di
cui la gente è abituata a vedere la durezza , la compostezza, la disciplina. Nient’altro che la divisa che portano addosso,
ma Oriana, con una maestria da meccanico, piano
piano ,pezzo dopo pezzo, smonta questa corazza e ce li rivela in tutta la loro nuda fragilità di esseri
umani. Di creature inermi che conducono
una guerra gli uni contro gli altri. E per che cosa? Tanti personaggi ma un
solo protagonista, la guerra. Questa sporca abitudine di scannarsi gli uni con
gli altri. La guerra che non risparmia nessuno, nemmeno i bambini. Anzi sono
proprio loro a pagare il prezzo più alto. La guerra che fa dell’essere umano un
mostro ; La guerra dove non c’è posto per i sentimenti, dove l’essenza stessa
della vita viene annullata sotto le bombe e i colpi di mortaio. Leggendo il
libro, ho amato ciascuno di questi personaggi. Ho avuto voglia di abbracciarli
uno per uno. E nello stesso tempo riflettevo. Riflettevo sul fatto di come
l’uomo riesca ad essere contemporaneamente la creatura più intelligente e la
più stupida. Capace di scrivere la
Divina Commedia come il Mein Kampf, di costruire computer superveloci come armi
da guerra. In una parola, l’unica specie che usa la sua intelligenza per
annientare sé stessa. E da ciò tanti
interrogativi, tante domande sull'uomo, i suoi conflitti, il mondo crudele che
stiamo distruggendo, dimentichi che ne abbiamo uno solo. Insciallah è una tappa
obbligata per chi vuole scrivere, ma anche una preziosissima pietra miliare per
capire il secolo appena passato e dare uno sguardo a ciò che verrà. Vale la
pena affrontare questo mattone un poco alla volta, come per UN UOMO, e lasciare
che ci tocchi mente e cuore.